martedì 9 settembre 2008

Cancelliamo il ... rito pagano delle udienze (quanto meno in appello)!

In un giorno dello scorso luglio ero in udienza in Corte d'Appello. Circa 50 cause, compresa la mia, sul ruolo dei giudici. Aula stracolma di avvocati. Caldo. Senza aria condizionata. Attendo la chiamata per circa un'ora e mezza. Finalmente ci siamo. Compaio con il collega avversario, toga indossata, davanti ai giudici, i quali ci comunicano il rinvio della causa per la precisazione delle conclusioni, già ben presenti nei rispettivi scritti difensivi, ad un'udienza di fine 2012 !!!!!

Ecco, questo è un esempio vissuto di quel che sono le udienze del giudizio civile di appello e della loro assolutà inutilità.

Se l'appello, che è scritto, è la rivisitazione del giudizio di 1° grado, a che serve l'udienza? Il giudice può decidere solo in base agli scritti delle parti (appellante: atto di appello; appellato: comparsa di risposta o al più appello incidentale), nonchè in base agli atti del 1° grado (verbali, perizie, documenti o altro) che gli vengono dati dalle cancellerie.

Allora, a che servono le udienze?

A nulla, se non a creare confusione, gente che si muove, si sposta con macchine o altri mezzi, intasa le aule di giustizia, personale di cancelleria che lavora a vuoto e che viene impiegato nello scarico dei ruoli, annotando i rinvii delle udienze.

Insomma, una pazzia, una follia!

Se poi il giudice, nel leggere le carte, avesse bisogno di chiarimenti, ben potrebbe convocare gli avvocati difensori in un'ora del giorno da concordare, facendo uso di email, fax, telefono e via dicendo. Sarebbe poi tanto difficile ?

Io credo proprio di noi; ed è per questo che dico: ma per favore, abroghiamo le udienze quanto meno in appello, cestiniamo una volta per tutte questo rito pagano! Convinciamoci: serve un sistema processuale nuovo, non serve rimasticare l'attuale, che è morto, finito, distrutto dai tempi.

Ed allora un pò di coraggio Ministro Alfano, in fondo non sarebbe la fine del mondo!!!

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